itinerario n°5
Sono a Comacchio, un po’ emozionata di stare lontano dalla costa: sono comunque circondata dall’acqua! Siamo nelle valli, che sono grandi vasche d’acqua usate soprattutto per allevare pesci e frutti di mare. Comacchio è famosa per l’anguilla, che nasce qui per poi partire per un lungo viaggio… pronti a seguirla?
Seguendo le acque interne arrivo a Ravenna, l’ultima capitale dell’Impero Romano, dove si trovava la flotta imperiale, e ancora oggi uno dei principali porti mercantili dell’Adriatico.
Tra le grandi navi cisterna attraccate, una si chiama Lady Mariella… forse era un’imperatrice, come Galla Placidia, con i suoi mosaici?
Ravenna è famosa per i mosaici e per la tomba di Dante, il grande poeta.
L’anguilla raggiunge il mare dalle acque dolci, passando anche per la laguna veneta, che è un ambiente dove l’acqua salata del mare si mischia a quella dei fiumi. Per mantenere la laguna pulita e con la giusta salinità, la cura dei canali è essenziale!
Le anguille risalgono tutto l’Adriatico, o riscendono verso lo Ionio. Noi abbiamo fatto una deviazione per venire a visitare i cantieri navali di Monfalcone, tra i più grandi d’Europa. Qui si costruiscono navi di ogni tipo, ed elementi per le piattaforme marine.
Eccoci, infatti, su una piattaforma marina: è una grande palafitta in acciaio che affonda le sue fondamenta nel fondale marino. Le piattaforme possono ospitare eliporti, possono servire a estrarre gas e petrolio, o impianti eolici: gli operai e i tecnici che ci lavorano vivono qui facendo turni di qualche giorno.
Stiamo scendendo verso lo Ionio, e ci fermiamo su un promontorio molto importante: è il Gargano, davanti alle Isole Tremiti, una montagna boscosa a picco sul mare, nota fin dall’antichità. Qui si dice che sia passato Diomede, un mitico eroe greco.
Le anguille da qui proseguono verso le Colonne d’Ercole, per poi uscire dal Mediterraneo. Noi facciamo un’altra tappa, per fermarci ad Agrigento, una delle antiche colonie greche e che nel 2025 è capitale italiana della cultura. Il Porto di Agrigento si chiama Porto Empedocle, che nei romanzi di Andrea Camilleri diventa Vigata, la città del commissario Montalbano.
Un parco eolico nasce per produrre energia elettrica dalla forza del vento: li costruiamo in mezzo al mare perché al largo c’è più vento e in maniera più continuativa. E anche perché qui non disturbano nessuno… nemmeno le forme di vita marina, che vengono monitorate e protette. A Napoli si sta sperimentando una turbina galleggiante con il prototipo Hexafloat.
Uscendo dal golfo di Napoli entriamo nel grande golfo di Gaeta, dove si trovano anche le Isole Ponziane. Il golfo prende nome da Gaeta, una antica repubblica marinara con un porto naturale difeso da un bellissimo castello.
Le anguille non percorrono solo l’Adriatico, ma si trovano in tutto il Mediterraneo, in particolare dove trovano lagune e acque salmastre: come vicino al Monte Argentario, un meraviglioso promontorio sul mare dove in antichità c’erano miniere di argento.
Prima di proseguire verso l’oceano mi sono voluta fermare a visitare l’isola di Montecristo, resa famosa da un romanzo di Alexandre Dumas, che è oggi un centro importante per la tutela della biodiversità.
L’isola oggi è disabitata e gli accessi sono strettamente regolamentati.
Stiamo per lasciare le acque italiane, e siamo sull’isola di San Pietro, dove sorge Carloforte: qui si parla tabarchin, un dialetto ligure, che però viene da Tabarka, al largo della Tunisia. Da qui nel 1738 sono fuggiti dei genovesi che hanno colonizzato l’isola abbandonata.
Non sono solo gli animali a migrare, ma anche le persone!
Il Mar Mediterraneo finisce al largo di Gibilterra, in un posto che gli antichi chiamavano le Colonne d’Ercole: fuori dalle colonne si tenne la grande battaglia navale di Trafalgar, in cui Napoleone venne sconfitto. Gli stretti sono passaggi strategici per il commercio, perché collegano mondi.
Qui finisce il Mediterraneo, ma il nostro viaggio continua!
Adesso siamo nel grande Oceano che unisce l’America a Europa e Africa: le anguille lo percorrono fino al Mare dei Sargassi, nei Caraibi. Per le migrazioni e la navigazione, per il trasporto marittimo, per il clima globale e le correnti, il mare è un unico grande oceano, un bene comune che avvolge tutte le terre.